domenica 10 maggio 2009

Bonny c'è... ma ha ancora tanto da imparare! Impresa di Antonella aTrieste!

Trieste, Domenica 3 maggio 2009: sono tornato ad essere un maratoneta . Ho concluso la mia settima maratona a distanza di un anno e mezzo dalla sesta. Ho già scritto e detto molto su questo anno e mezzo, gli infortuni e le continue speranze disilluse da ricadute sistematiche della tendinite al tendine rotuleo del ginocchio destro. E già questo è un successo, l'aver concluso anche questa maratona. Aver tagliato il traguardo. Aver rimesso al collo una medaglia...


Ma cominciamo dall'inizio a descrivere un week-end podistico, per molti aspetti da ricordare. Antonella, Alessandro ed io partiamo sabato 2 maggio per Trieste e dopo un paio d'ore e mezza di viaggio in macchina siamo già in Piazza Unità d'Italia a ritirare pettorale e pacco gara. Davvero suggestivo il contesto della piazza più grande d'Europa affacciata sul mare su cui è collocato l'arrivo della maratona che ci apprestiamo a correre, ognuno con le proprie aspettative e con le proprie motivazioni. Tutti con la consapevolezza di apprestarci a vivere l'ennesima avventura podistica, su un percorso tanto difficile da intrepretare, per il clima e per l'altimetria, quanto bello dal punto di vista paesagistico...



Obiettivi cronometrici: Alessandro, dopo l'ottima prova nella mezza di Padova della domenica precedente, vuole provare a sfondare il muro delle tre ore. Antonella, a sua volta in stato di grazia, dopo aver raccolto il personale nella mezza a Padova, vuole mettere a frutto gli allenamenti da triatleta anche nella distanza più lunga per tentare di scendere sotto le 3 ore e 30. Il mio obiettivo è quello di finirla senza problemi fisici, confermare di poter tornare correre maratone, magari migliorando il tempo di 3 ore e 28' e 34" di Milano.
La mattina di domenica i primi presagi di quello che succederà in giornata si manifestano al risveglio, alle 6 di mattina... o meglio al risveglio di Antonella, perchè Alessandro e il sottoscritto non riescono a chiudere occhio e passano la notte insonne: pensieri, tensioni, emozioni? Boh, forse tutto questo o forse altro.
Comincia la gara. Un migliaio di iscritti. Forse in partenza da Gradisca qualcuno di meno. Giornata a tratti coperta, temperatura fresca, percorso a tratti in ombra: sembrano le condizioni ideali per una prestazione importante. Alessandro marca stretto il pace delle 3 ore. Si sente in condizione e i passaggi al decimo kilometro e alla mezza sono davvero importanti, ben al di sotto di quelli previsti e quando il pace tende a rallentare un pò il ritmo addirittura è lui a rilanciare l'andatura. Fà il pace del pace...


Purtroppo in maratona prima o poi arriva il conto, quello che si spende in più poi lo si paga con gli interessi e... ad un certo punto la benzina finisce. La gara di Alessandro verso il personale finisce dopo il trentesimo e la consapevolezza di non poter raggiungre l'obiettivo voluto lo induce a rallentare, a non spingere più e conclude con andatura e spirito da turista chiudendo comunque con un tempo onorevole sotto le 3 ore e 30.



Antonella decide all'ultimo momento di ignorare il pace delle 3 ore e 30, più consono al suo obiettivo cronometrico, e di accompagnarmi nel gruppo del pace delle 3 ore e 15, con l'idea di rallentare a metà gara cercando di contenere il calo nel finale. Il pace delle 3 ore e 15 parte però ad un ritmo forsennato e snocciola kilometri a 4'30'' o meno, un paio di volte addirittura sotto 4'20''! Passaggio al decimo kilometro: 45'35" cioè, per quanto mi riguarda, a ritmo di personale della mezza. A quel punto decido che, se non voglio provare per la prima volta l'efficienza del servizio scopa che "raccoglie" i ritirati, forse è meglio rallentare e cominciare ad assecondare i ritmi suggeriti dal mio battito cardiaco, decisamente inferiori a quelli tenuti fino a quel momento. Lascio il gruppo del pace delle 3 ore e 15 a cui invece rimane agganciata Antonella che prosegue la sua corsa ambiziosa verso il suo nuovo personale. Non la rivedrò più prima del traguardo. Nonostante le difficoltà del percorso, dovute all'altimetria e al caldo nel finale, Antonella arriva in Piazza Unità d'Italia in 3 ore e 20, abbattendo il suo precedente primato di quasi un quarto d'ora e concludendo diciannovesima assoluta tra le donne e prima tra le over 35! E' nata una stella!



Per quanto mi riguarda, confortato dall'ottimismo di Mauro, ma ancora una volta poco fiducioso nel fatto di poter correre bene una maratona senza il riferimento di un pace, sentendo il ritmo di giornata e assecondandolo piano piano, raggiungendo i progressione l'andatura ideale, decido appunto di aggregarmi al gruppone delle 3 e 15. Come sia andata fino al decimo l'ho detto. Da quel momento la mia maratona diventa una corsa in solitaria, in cui le salite intorno al ventesimo, il caldo, la notte insonne, l'antistaminico per prevenire la crisi allergica da polline, i dolori al collo che cominciano a rifarsi vivi dopo metà gara e soprattutto il troppo glicogeno sprecato nei primi kilometri e i crampi da stanchezza negli ultimi sette, producono una "progressione al contrario", ovvero un progressivo rallentamento, uno spegnersi inesorabile delle forse che rende gli ultimi kilometri (corsi ad un ritmo intorno a 5'45'' / km) un vero calvario
che comunque mi permette di arrancare sotto il traguardo fermando il cronometro a 3h 27' 56'' (real time) ovvero personal best nonostante tutto, ovvero per la prima volta sotto le 3 ore e 28!


Partenza alla Wangiru e arrivo da ottantenne. Questo è esattamente ciò che non bisogna fare in maratona. Non fosse per il personale sarebbe da dire che è stata una gara sbagliata, comunque corsa peggio delle due precedenti. Se penso a come stavo sei mesi fa e a quello che ho penato nel 2008 però non posso che essere contento. Contento per aver corso una maratona, dall'inizio alla fine, senza infortuni, confermando di valere meno di 3 ore e mezza e soprattutto di poter dire di essere ancora un maratoneta... molto amatoriale, piuttosto sprovveduto, con i miei limiti fisici e mentali e tante cose ancora da imparare ma comunque maratoneta!



4 commenti:

Anonimo ha detto...

Finalmente hai pubblicato il resoconto della gara che hai magistralmente chiuso in 3.27.56... Bravo Stefano, bravo.... Bigo

Anonimo ha detto...

ma cosa ti ha spinto a stringere i denti sul finale ;)?

Bonny ha detto...

Grazie per i complimenti. Cosa mi ha spinto a stringere i denti lo sai: la voglia di mangiare prima possibile i biscotti del ristoro finale davvero squisiti! A parte gli scherzi... ovviamente l'idea di diventare il maratoneta numero 1 del primo piano degli uffici amministrativi dell'Ateneo di Ferrara! ;-)

KK ha detto...

E grande Bonny!!ottimo tempo!!bravo bravo bravo!!!Per la condotta di gara....vabbè, lo sai meglio di me, gestire una 42 km è davvero difficile, ti agganci ai pace ma anche con loro non è così facile. Eppoi anche loro tengono ritmi strani.
Non importa però, l'ottimo risultato ottenuto ti rende grande onore!!

Bravo Bonny!!!